
Credit: Katy Clein
(Tradizioni)
Fiori, colori, odori. Raggi tiepidi, cielo limpido, clima sereno. Le passeggiate, il sapore del gelato, l’attesa dell’estate. A volte, arriva in fretta; a volte, si fa attendere; a volte, esplode e, poi, fa un passo indietro. La primavera è così: un arcobaleno infinito, che merita di essere festeggiato. Ed, infatti, sono numerosi in tutto il mondo (anche in Molise) i riti per celebrare il momento dell’anno dedicato alla rinascita della natura. Tra questi, la Festa del Maja, che si tiene ad Acqua Viva Collecroce (CB). Nel borgo di circa 600 anime, dalle ore 9.00 del 1° maggio, la popolazione celebra la primavera con il Maj: una struttura a cono con caratteri antropomorfi, ricoperta di fiori di campo ed erbe.

Credit: Camelio Clemente
A trasportala, per le strade del paese, un uomo infilato al suo interno, che viene seguito da una folla festosa. La tradizione, seppur in uso in altri paesi del Molise, può vantare un’origine molto antica e un’autentica discendenza slava. Il Maj, infatti, è presente in gran parte delle popolazioni slave con il nome di Zeleni Juraj (Verde Giorgio). Ad accreditare questa tesi, la storia del borgo dove, tra il XV e XVI secolo, si insediarono delle popolazioni slave in fuga dal predominio turco, che andava estendendosi nei Balcani. In conseguenza di ciò, inoltre, il paese è diventato a minoranza linguistica croata, il cui idioma parlato è lo Stocavo – Icavo, che veniva utilizzato 5 secoli fa in alcune zone della costa Croata. Accompagnando il Maj tra le vie del borgo antico, è possibile immergersi in un’atmosfera del tutto particolare, dominata dalla magia cavalleresca del medioevo. Esistente già nel XIII secolo, il piccolo centro molisano è stato segnato dalla presenza dei cavalieri dell’Ordine di Malta fino al XVIII secolo. Tra i particolari a cui riservare attenzione, sicuramente non può mancare la Chiesa dedicata a Santa Maria Ester e il Quadrato Magico. La chiesa originaria, molto diversa da quella attuale, è stata realizzata dal Sovrano Ordine dei Cavalieri di Malta verso la fine del 1500. Nel 1715 l’edificio è stato ricostruito in stile barocco. Una particolarità che salta subito all’occhio è legata alle due facciate della chiesa: quella principale è rivolta verso il borgo, mentre quella posteriore verso il nuovo abitato. All’interno, la chiesa è un tripudio di dipinti e statue. Da citare la statua di San Michele Arcangelo, risalente al 1763 e realizzata dallo scultore molisano Paolo Saverio di Zinno.

Credit: Comune di Acquaviva Collecroce
Il Quadrato Magico (conosciuto anche come Palindromo del Sator), invece, si trova all’esterno della chiesa, sotto il campanile. Esso rappresenta un motivo di curiosità, soprattutto per i significati magici che vengono attribuiti alla frase sopra scolpita: ROTAS OPERA TENET AREPO SATOR. Una leggenda narra che il Quadrato rappresenti un modo, adottato dai primi Cristiani, per adorare la croce. Alcune parole disegnano al centro del Quadrato una croce perfetta e, inoltre, tutte le lettere presenti in esso, possono essere disposte in modo da formare le parole PATER NOSTER.

Credit: Franco Valente
Curiosità su Acquaviva Collecroce
- Il nome del paese è da ricollegare alla sua terra ricca di acque e alla presenza di numerose sorgenti e fontane. Le più note sono la Fontana nuova (Funda nova), la Fontana vecchia (Funda stara), la Marmorizza (Mrmarica), il Pisciariello (Pišaraj) e le Trocche (Kortij).
- In croato Acquaviva Collecroce si traduce Živavoda Kruč.
- Acquaviva ha dato i natali al patriota Nicola Neri (giustiziato nel 1799 per essere stato un esponente di spicco della repubblica Partenopea) ed al poeta e letterato Giovanni De Rubertis.
- I Kolači, dolci tipici del posto (ripieni di di mosto cotto, marmellata di uva, noci e mandorle tritate, miele, cannella e scorza d’arancia), hanno ottenuto il marchio De.Co. (Denominazione comunale d’origine). Un altro piatto tipico è il Varak (dal verbo “variti” che significa “bollire”): una zuppa di legumi e cereali che si prepara tradizionalmente a San Donato, il 7 agosto.
Riferimenti geografici

Credit: Boris Kačan
Il paese si presenta, alla vista di chi lo raggiunge, adagiato sul fianco di una collina e circondato da una vegetazione selvaggia e rigogliosa. Confina con i comuni di Castelmauro, San felice del Molise, Palata, Tavenna, Guardialfiera. Dista 60 km da Campobasso (capoluogo) e 30 km dal centro costiero di Termoli.
Ludovica Colangelo