Il tempo si ferma. Il silenzio regna. L’aria è pura. L’unica luce è quella dei raggi del sole. Il verde dei prati domina. Il cielo sembra vicinissimo. E trovi la forza di rimanere con te stesso. E riscopri il piacere degli amici. E l’unica linea disponibile è quella che aziona le emozioni del cuore. L’Eremo, ai piedi della Morgia Quadra di Frosolone (IS), è una vera perla.

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Ad accogliere i visitatori, l’antichissima chiesa di Sant’Egidio che, nel Medioevo, era una cappella, dipendente dal vicino convento di Sant’Onofrio. Tutelata dagli Antoniani, secondo la tradizione, è diventata famosa per le numerose guarigioni miracolose di cui i monaci sono stati protagonisti. All’inizio del 1300, dopo che la Chiesa di Roma ha scomunicato la congregazione, la cappella venne distrutta insieme al convento di Sant’Onofrio. Negli anni successivi, è stata ricostruita, probabilmente dagli eremiti e dai venditori di bestiame, che si recavano a Sant’Egidio per la fiera di fine estate. Nel 1704, grazie a Michele Vago e Antonio Zaccagnino, al posto della cappella, venne edificata una vera e propria chiesa. Caduta a pezzi con il terremoto del 1805, il piccolo complesso è stato ricostruito e, a seguire, restaurato diverse volte. L’ultimo rinnovo è avvenuto negli anni ‘80. La chiesa di Sant’Egidio rappresenta un luogo di culto molto caro ai frosolonesi, soprattutto perché ospita la statua della Vergine Incoronata che, secondo la tradizione, è apparsa nei pressi della chiesa più volte. All’interno delle mura sacre, inoltre, è conservato un antico e pregiato manoscritto che elenca alcuni miracoli compiuti da Sant’Egidio.

Andando oltre la chiesa, ciò che colpisce di più è, sicuramente, il paesaggio circostante. Il sole gioca con i rami degli alberi, aprendo la strada ad un sottobosco ricco di ciclamini, bucaneve e, dopo le giornate di pioggia, porcini. Nell’aria si distende il canto degli uccelli che danzano nel vento. Non è raro sentire l’ululato di qualche esemplare di lupo appenninico, proveniente dai dirupi scoscesi. A dominare è il verde dei prati, accompagnato da rocce e specchi d’acqua.

Credit: Davide Marroni
In questi spaccati, è possibile vedere qualche cavallo allo stato brado o, più semplicemente, mandrie tranquille di mucche e greggi di pecore che, al tramonto, vanno ad abbeverarsi, dopo un abbondante pasto di foraggio. Lo stesso che rende il latte e i formaggi di Frosolone talmente tanto buoni da soddisfare i palati dei più severi buongustai. Per qualche degustazione è possibile spostarsi presso il centro abitato, a 10 km dall’Eremo. Il paese, infatti, ospita diversi ristoranti e negozi con prodotti tipici. Se, invece, l’idea è quella di rimanere qualche giorno immersi nella natura, c’è spazio per delle tende da campeggio, oppure è possibile chiedere ospitalità a Padre Luciano Proietti, il frate francescano che cura l’eremo e il suo romitorio. In quest’ultimo caso, sarà sicuramente una bella conoscenza. I suoi occhi sembrano uno specchio, il suo sorriso riscalda l’anima e ogni sua parola entra nel cuore.

Credit: Emanuele Pecoraro